TappoQuasi 60% degli italiani, secondo un’indagine Demoskopea, si dichiara pronto a spendere di più pur di stappare una bottiglia di vino chiusa con il sughero. Senza contare che il sughero aiuta a ridurre la produzione di gas serra dell’industria vitivinicola, come rilevato da uno studio della Scuola di Agraria di Lisbona sulla foresta di sughero portoghese, uno dei più pregiati al mondo. Sembra quindi assodato che il tappo di sughero, quando il materiale è sano, sia l’unica soluzione naturale per la conservazione del vino. Ma quali sono le alternative?

Il tappo sintetico

Guardato con diffidenza al suo apparire sul mercato una ventina d’anni fa, oggi il tappo sintetico si è conquistato un suo spazio. La ricerca ha prodotto infatti valide soluzioni tecniche, che promettono di controllare “a misura di vino” il processo di ossigenazione, apprezzate finora particolarmente sul mercato estero. Ma la semplicità di gestione e l’abbattimento dei costi ne stanno comunque decretando il successo anche tra i vignaioli di casa nostra.

Screw cap

Un autentico colpo al cuore per gli amanti della tradizione, soprattutto se lo chiamiamo, più prosaicamente, “tappo a vite”. Eppure per i vini di pronto consumo (bianchi e rosati da bere entro l’anno) può rappresentare una valida alternativa, anche sul piano dei costi. Ne è convinto il responsabile nazionale prodotti tipici dei supermercati CoopSergio Soavi, a proposito della nuova linea di vini Assieme: «Così si può utilizzare la giusta quantità di vino e poi chiudere, come suggerisce la sana abitudine del bicchiere a pasto».